fbpx

Proseguono i rialzi sui mercati azionari come se non ci trovassimo nel 2023, con una guerra in corso in europa, con una difficoltosa ripresa economica dopo due anni di pandemia, con una inflazione nettamente sopra al 2% programmatico delle varie banche centrali. Eppure è quanto stà accadendo dopo le prime due settimane del nuovo anno, con la Cina che è tornata sua malgrado ad essere sotto i riflettori per il covid come lo era stata ad inizio 2020 e che rifiuta ostinatamente gli aiuti esterni. Cosa stanno fiutando i Mercati per giustificare questo avvio di anno ? Ci sono sotto dei ragionamenti oppure lo vogliamo catalogare solamente come un rally di Natale arrivato in ritardo ? Un aiuto a dipanare la matassa ce lo ha dato un articolo che abbiamo condiviso ieri nella nostra chat Premium, articolo che riporta i dati delle prime trimestrali delle grosse banche americane e le parole di alcuni dirigenti delle stesse società. In buona sostanza i dati usciti sono stati mediamente sopra le “ridotte” attese e grazie all’incremento dei tassi sono riuscite a portare a casa dei numeri piu che discreti, cioè per meglio dire, i ricavi sono aumentati del 5%, poiché gli impatti dei tassi di interesse più elevati in tutte le attività e la forte crescita dei prestiti nel personal banking statunitense sono stati parzialmente compensati da un calo dell’investment banking e da minori ricavi da prodotti di investimento nella gestione patrimoniale globale, nonché dagli incrementi degli accantonamenti per futuri mancati pagamenti. Alle 15 quando abbiamo postato sulla chat abbiamo anche commentato come i futures USA fossero scesi in profondo rosso alle parole del CEO di JPMorgan che ha detto testualmente “Non conosciamo ancora l’effetto finale dei venti contrari provenienti dalle tensioni geopolitiche, tra cui la guerra in Ucraina, lo stato vulnerabile delle forniture energetiche e alimentari, l’inflazione persistente che sta erodendo il potere d’acquisto e ha spinto i tassi di interesse più in alto e la stretta quantitativa senza precedenti”. Se andiamo a guardare i grafici delle 4 banche che ieri hanno rilasciato i dati potremmo essere sorpresi …….e tornando alla domanda iniziale, cosa possono aver fiutato i Mercati per una reazione del genere ? Dato che i Mercati anticipano sempre e che la recessione, piu o meno pesante e duratura come anticipata da molti economisti, pare oramai inevitabile, cosa potranno fare le banche centrali per contrastarla ? Non è che i Mercati iniziano a valutare un cambiamento delle politiche delle banche centrali ? Da alcune dichiarazioni di governatori votanti della FED si legge tra le righe la possibilità di una fase di rialzi contenuti nella prima fase dell’anno in corso…… ciò potrebbe anche prevedere un eventuale ritorno al taglio dei tassi nella seconda parte dell’anno nel caso la recessione dovesse colpire in maniera pesante ? E magari si pensa anche ad un ipotetico ritorno del QE nel 2024? Questi potrebbero essere alcuni dei pensieri che i Mercati starebbero anticipando in questo inizio di 2023.

Seconda settimana positiva per il FTSE-MIB ( + 2.39% e saldo 23 + 8.76%)

Si conferma regina dei listini e che con un ga up prosegue nel rialzo e si porta al test della resistenza dei 25800 punti. Livello di resistenza che se venisse bucato al rialzo darebbe spazio di salita almeno fino ad oltre i 26600 punti mentre il primo supporto sono i 24470 che erano stati i massimi prima della picchiata del covid a marzo 2020. Volumi in aumento e tornati sopra la media.

Analisi FTSE-Mib settimanale alla chiusura del 13/01/2023
Analisi FTSE-Mib settimanale alla chiusura del 13/01/2023

Situazione sostanzialmente identica per il DAX ( + 3.26% e saldo 23 a + 8.35%)

Recupera qualcosa su Milano e a differenza del nostro indice riesce a portarsi sopra la resistenza dei 15mila punti, con volumi in media, e che ora diventa il primo supporto. Prima resistenza sui 15330 punti.

Analisi DAX settimanale alla chiusura del 13/01/2023
Analisi DAX settimanale alla chiusura del 13/01/2023

Dopo aver risolto il problema dello speaker della Camera, ora in USA devono affrontare il problema del tetto del debito , che come ha anticipato la Yellen , attuale segretatio al Tesoro, verrà raggiunto il prossimo 19 gennaio.

Sarà pertanto importante che il Congresso agisca tempestivamente per aumentare o sospendere il limite del debito. “Il mancato rispetto degli obblighi del governo causerebbe danni irreparabili all’economia statunitense, ai mezzi di sussistenza di tutti gli americani e alla stabilità finanziaria globale” ha detto la Yellen che ha anche aggiunto che  è improbabile che la liquidità e le misure straordinarie si esauriscano prima dell’inizio di giugno”. Questa settimana al Dow Jones ( + 1.99% e saldo 23 a + 3.49%) spetta la palma di peggior listino di settimana e dell’anno, ma come si vede dal grafico si è portato ampiamente sopra la resistenza dei 34mila punti, ora primo supporto, e se dovesse superare i 34700 avrebbe vita facile a riportarsi oltre quota 35mila. Volumi che rimangono sotto la media nonostante la settimana completa. Bella candela per il Nasdaq ( + 4.53% e saldo 23 a + 5.50%) che con volumi in aumento e quasi tornati in media si riprende lo scettro di miglior listino a Wall Street. La strada per tornare oltre i 12200 punti è ancora lunga ma se le trimestrali delle aziende tecnologiche saranno come quelle dei bancari allora potrebbe essere queatione di poco tempo. A dispetto dei suoi fratelli S&P500( + 2.67% e saldo 23 a + 4.16%) non si è portato oltre la resistenza dei 4020 punti ma vi è oramai arrivato addosso e con volumi tornati in media. L’eventuale superamento riporterà l’attenzione sul successivo livello dei 4230, passando per la chiusura del gap. Primo supporto restano i 3860 punti.

Leave a comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.