Ultimamente si fa un gran parlare di auto elettriche come unica soluzione al problema dell’inquinamento causato dalle vetture alimentate a benzina e gasolio, basta vedere i fenomeni come Tesla e Nio solo per citarne due. Dopo gli exploit soprattutto della azienda americana sono oramai molte le case automobiliste “classiche” che stanno offrendo modelli ibridi o totalmente elettrici onde evitare di farsi spazzare via da un mercato potenzialmente enorme. Basti pensare ai divieti di circolazione per le auto nei centri storici delle maggiori città europee fino ad arrivare ai divieti assoluti per le auto a motore termico già dal prossimo e vicinissimo 2025 in Norvegia e Paesi Bassi mentre per Svezia, Danimarca e Germania la data sarà il 2030. L’elezione del nuovo presidente americano porterà una ulteriore spinta sul fronte delle energie rinnovabili e con molta probabilità verrà ulteriormente approfondito lo studio e la ricerca sia di nuove opportunità che dimiglioramento delle attuali tecnologie. L’immagine postata sopra è stata tratta dall’articolo di un giornale svizzero , dello scorso anno, questo il link https://www.autoscout24.ch/it/c/d/informazione/vetture-a-idrogeno-o-a-celle-a- combustibile-costose-ma-interessanti?a=25724
Dalla lettura appare evidente che se si riuscissero ad abbattere i costi l’alimentazione ad idrogeno potrebbe essere una grande soluzione. Un altro articolo del 2019 pone l’attenzione sul costo di smaltimento delle batterie delle auto elettriche ed è un dato da non sottovalutare, questo il link http://stradafacendo.tgcom24.it/2019/05/30/auto-elettrica-medaglia-a-due-facce-smaltire- una-batteria-puo-costare-anche-3000-euro/
il pensiero ai primi pannelli solari che a conti fatti a fine esercizio avevano dei costi di smaltimento tali da annullare o quasi i vantaggi conseguiti fino a quel momento. Il “problema” dello smaltimento delle batterie elettriche è tale che ultimamente NIO, l’azienda cinese che al momento è leader nel suo paese, nel suo listino ha messo le auto senza vendere il pacco batterie ma lo ha inserito come noleggio. In questo modo il cliente non acquista la batteria ma la noleggia e al momento in cui tale batteria arriverà alla sua fine “vitale” non dovrà fare altro che andare in officina e farsela cambiare, lasciando l’onere del costo di smaltimento al produttore. Questo è certamente un ottimo incentivo per il cliente ad avvicinarsi all’elettrico sapendo di non dover affrontare prima o poi la problematica smaltimento, sia in termini economici che ambientalisti. In Italia abbiamo alcune piccole realtà che stanno già provando l’idrogeno, anche per questo abbiamo un articolo del 2019: https://motori.virgilio.it/notizie/video/autobus-ad-acqua-a-bolzano-i-primi-autobus-ad- idrogeno/128909/#:~:text=Il%20primo%20di%20dodici%20bus,di%2029%20posti%20a%20sedere.
Da questo piccolo excursus pare evidente che il discorso Idrogeno merita di essere seguito con attenzione e per farlo abbiamo ipotizzato di costruirci un piccolo piano di accumulo prendendo alcuni titoli coinvolti nel settore da diversi punti di vista equipesandoli al 25%. I titoli sui quali abbiamo messo gli occhi sono la tedesca Linde leader nel settore dei gas tecnici quotata al DAX con ISIN IE00BZ12WP82 sulla quale abbiamo questo articolo : https://www.linde-gas.it/it/industries/power_and_energy/hydrogen_technology/auto_a_idrogeno_finalmente_realta/index.html , Maire Tecnimont leader nell’ Engineering nella chimica verde quotata a Milano con ISIN IT0004251689, SNAM società di infrastrutture energetiche che ha recentemente testato la prima turbina ibrida ad idrogeno al mondo quotata a Milano con ISIN IT0003153415. Accanto a questi nomi molto importanti ci piace inserire la piccola Landi Renzo che nasce come azienda specializzata nella produzione di impianti a gas per motori termici, quotata a Milano con ISIN IT0004210289 ma che come si evince dal seguente articolo pare decisa a far rotta sull’idrogeno : https://www.snam.it/it/media/energy-morning/20190527_1.html
Poiché la crescita del settore idrogeno dovrebbe avere una tempistica medio/lunga ipotizziamo il nostro PAC ogni 4 mesi con cifre non elevate, ipotizziamo 600/800 euro per ciascun titolo nei mesi di Novembre, Marzo e Luglio.