Dazi si, dazi no, dazi forse….

Si è chiuso il mese di maggio con nuovamente tutti i listini in guadagno, come solo a gennaio era accaduto. Gli indici europei sul + 6.6%, le blue chips europee a + 3.4% a dirci che la crescita maggiore è stata su medium e small caps, Wall Street variegata ma a ben guardare su una media del + 6% anch’essa. Il dettaglio della settimana vede i listini europei a + 1.5%, lo stoxx sempre su un valore del 50% mentre Wall street è salita in media dell’1.8%. Graficamente vedremo come alcuni listini abbiano performato decisamente meglio degli altri, suggerendoci dove andare a cercare nuovi titoli potenzialmente interessanti. Come sempre al centro dell’attenzione c’è la guerra commerciale provocata dagli USA, con le ripercussioni che sta provocando a cascata su tutte le economie globali. Il governatore di banca d’Italia, Panetta, ha dichiarato che dai dazi USA ci sarà un danno di un punto percentuale del PIL mondiale, ricordiamo che il PIL mondiale del 2023 è stato di 106.2 migliaia di miliardi di $, per cui parliamo di cifre astronomiche ! Risulta pertanto evidente come qualsiasi notizia relativa ai dazi impatti in maniera pesante sui listini, in settimana abbiamo avuto prima lo stop alle tariffe di Trump a seguito della decisione della corte federale per il commercio che ha stabilito che il presidente  è andato oltre i suoi poteri, poi la Casa Bianca è ricorsa in appello ed ha ottenuto la sospensione della sentenza, mantenendo quindi alto il clima di incertezza su quello che sarà il futuro del commercio mondiale. Non soddisfatto il presidente americano prosegue la sua battaglia contro chi lui ritiene si sia sempre approfittato degli USA e tra le pieghe del ” big beautiful bill”, il maxi provvedimento fiscale da 4mila miliardi voluto da Trump, emerge la tassa sugli investitori esteri quella che gli analisti hanno definito ” un’arma fiscale che destabilizza i Mercati”. La norma, ribattezzata da alcuni come la «revenge tax», prevede l’aumento delle imposte federali su redditi passivi statunitensi (interessi, dividendi, royalties) percepiti da soggetti esteri, fino al 20% in più rispetto all’aliquota standard. Nel mirino ci sono paesi come Regno Unito, Francia, Canada e Australia, che applicano tasse sui servizi digitali ai colossi tech Usa come Meta o Google, oppure che aderiscono a iniziative su un’imposta minima globale sui profitti societari.
Peraltro il provvedimento fiscale è stato ampiamente criticato dal premio Nobel americano Krugman in quanto ” causerà immense, quasi inconcepibili difficoltà al 40% più povero degli americani”.

Settimana positiva per Milano ( + 1.55% e saldo 2025 a + 17.26%) che però lascia sul grafico una candela nel complesso bruttina.

Vero che l’apertura è stata in linea con quella della settimana precedente, a recuperare subito tutta la negatività, poi però non è riuscita ad andare oltre i massimi della candela precedente ed è scesa a chiudere sui livelli di apertura, lasciando una upper shadow maggiore della lower shadow. Naturalmente ciò è stato dovuto in gran parte alle notizie sui dazi di cui sopra, ma anche le news sul nostro paese non sono state delle migliori. il FMI ha usato bastone e carota, deficit dimezzato ma sul debito serve uno sforzo e poi prospettive incerte per il futuro, pesano dazi e demografia. anche l’Istat ha rilasciato dati non positivi con un calo ad aprile del 7.5% delle esportazioni ed un aumento delle importazioni al + 1.6%, dati relativi ai paesi extra UE27. Primo livello di supporto i 40mila tondi e a seguire area 39500 mentre l’area di resistenza è tra i 40480 punti e i 40700 punti.

La candela sul grafico del DAX ( + 1.55% e saldo 2025 a + 20.53%) è all’incirca in linea con quella già vista sul grafico di Milano

Tuttavia non ci si può esimere dal notare che mentre a Milano le ultime tre candele hanno avuto tre massimi progressivamente in calo, sul DAX gli ultimi tre massimi siano stati in ogni caso in aumento e anche questa ottava si è registrato un nuovo massimo storico, precisamente a 24325 punti. Poi la chiusura è stata addirittura sotto i 24mila a 23997 a dimostrare come i 24mila siano un livello di resistenza sentito. Primo supporto di rilievo la rialzista che settimana prossima transiterà a 23255 punti. In ogni caso si segnalano i volumi in progressivo calo, da un lato la stagionalità dall’altro l’attesa di una definitiva schiarita sulle politiche commerciali americane.

Terza settimana di stallo del listino delle blue chips europee in area 5300 / 5400 , listino che sente in maniera particolare la resistenza dei 5500 punti.

Primo supporto il minimo della scorsa ottava sui 5250 e poi la rialzista che per la prossima ottava sarà a 5115 punti. Il fatto che apertura e chiusura siano stati nello stretto range di due punti e che la candela si sia sviluppata tutta al di sopra denota un peggioramento del sentiment generale sui maggiori titoli europei.

Tra le altre notizie importanti che arrivano dagli USA non sono da sottovalutare la contrazione dello 0.2% del PIL USA

Poi i leader dell’industria esortano il presidente ad abbandonare la aggressiva politica segnata da annunci shock e retromarce ( che hanno portato al nomignolo TACO “Trump Always Chickens Out” ( Trump si tira sempre indietro) che ha fatto infuriare il presidente e che ha chiesto di non pronunciare più tale acronimo) che potrebbe trascinare verso il basso una economia che già rischia di crollare. Musk chiude il suo periodo di lavoro al Doge e Powell incontra Trump, massimo riserbo su cosa si siano detti. Trump però ha parlato ancora in uno stabilimento a Pittsburgh della US Steel dopo l’accordo di vendita alla Nippon Steel dichiarando l’aumento dal 25% al 50% dei dazi su acciaio ed alluminio. Insomma alla fine è sempre Trump contro tutti !!

Unico listino negativo per l’anno il Dow Jones ( + 1.60% e saldo 2025 a – 0.64%) che disegna una candela inside con piccola upper shadow e volumi contenuti. Tutto è possibile qui con un duplice supporto abbastanza vicino ( minimo candela precedente sui 41300 punti e rialzista a 40962 punti) e un primo livello di resistenza in area 42800 punti passata la quale avrebbe spazio fino alla rialzista superiore ad oltre 45mila punti, che al momento paiono molto lontani. Con un proseguimento della fase di consolidamento si potrebbe poi auspicare un breakout al rialzo, vedremo quali altre news impatteranno i Mercati. Decisamente meglio il Nasdaq ( + 2.03% e saldo 2025 a + 1.56%) che si riporta sopra la rialzista e segna un massimo superiore alle due precedenti candele pur chiudendo poi sotto a quella di due settimane fa. Primissimo supporto i 21159 punti della rialzista e a seguire la chiusura del gap a 20250 e la rialzista a 21125 punti. Al rialzo invece dovesse superare il massimo dei 21611 di questa ottava potrebbe agevolmente tornare in area massimi storici oltre i 22mila punti. Meno forte S&P500 ( + 1.87% e saldo 2025 a + 0.51%) che non supera il massimo della scorsa ottava rimandando ancora una volta l’appuntamento con i 6mila punti. Primissimo supporto i 5767 del minimo della scorsa candela e poi chiusura gap a 5720 infine la rialzista a 5658 punti. Superasse i 5969 del massimo della scorsa ottava potrebbe veramente dare l’avvio all’attacco dei 6mila punti ed al massimo storico a 6147 punti

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