Fare i conti senza l’oste……

In settimana la BCE ha tagliato i tassi per la settima volta e nella conferenza stampa la governatrice Lagarde ha detto che i rischi al ribasso per l’economia sono aumentati. “Le reazioni di mercato alle tensioni commerciali potrebbero pesare sulla domanda e noi dobbiamo fare in modo che l’eurozona resti produttiva e competitiva”. La Lagarde ha anche aggiunto che probabilmente nel primo trimestre l’economia del vecchio continente è cresciuta ma che l’impatto delle politiche commerciali non è ancora chiaro e servirà del tempo per capirne appieno gli effetti. Punto di vista quello della Lagarde e del board della BCE che ha votato all’unanimità il taglio di 25 bp pienamente condiviso dal governatore della FED Powell che in un discorso ha detto ” la FED dovrà assicurarsi che i dazi non inneschino un aumento persistente dell’inflazione” aggiungendo che senza stabilità dei prezzi non si potranno raggiungere lunghi periodi di forti condizioni per il mercato del lavoro e che la FED non ha alcuna fretta di mettere mano ai tassi fino a quando non si avrà maggiore chiarezza sul lato inflazionistico dei dazi. Powell ha anche detto chiaramente che disoccupazione e inflazione si allontaneranno per fine anno dagli obiettivi che la banca centrale si era prefissata. Di diverso avviso il presidente Trump che ha puntato il dito contro Powell in maniera netta e che neanche velatamente sta cercando in tutti i modi di silurare il governatore della FED nonostante in teoria non sia legalmente possibile. Queste le dure parole di Trump : «La Bce sta per tagliare i tassi d’interesse per la settima volta, eppure ‘Too Late’ Jerome Powell della Fed, che è sempre TROPPO IN RITARDO E SBAGLIA, ieri ha pubblicato un rapporto che è stato un altro, tipico, completo caos! I prezzi del petrolio sono in calo, i generi alimentari (persino le uova!) sono in calo, e gli Stati Uniti stanno DIVENTANDO RICCHI GRAZIE AI DAZI. ‘Too Late’ avrebbe dovuto tagliare i tassi, come ha fatto la BCE, molto tempo fa, ma dovrebbe certamente farlo adesso. Non sarà troppo presto quando arriverà la rimozione di Powell».
In realtà gli economisti internazionali hanno una visione più vicina a quella dei governatori centrali che a quella del presidente americano ed anche dal salone del risparmio che si è tenuto a Milano sono state molte le voci che vedono Trump fare i conti senza considerare tutte le autorità coinvolte. Serra ( AD algebris) ad esempio ha dichiarato che ” dietro la strategia di Trump vi è una ideologia e non un piano. Ed è una ideologia del tutto folle : gli USA sono finanziati dal resto del mondo per una volta il loro PIL, ossia 30mila miliardi di risparmi non americani che finanziano l’economia statunitense. Quando Trump dichiara che le altre economie hanno abusato degli USA non so a cosa si stia riferendo visto che fanno la coda per investire nel debito USA”. Serra aggiunge poi che la politica dell’attuale presidente sta mettendo in dubbio la fiducia verso il dollaro e la tenuta del debito americano. Il loro debito pubblico è di circa il 120% e arriverà al 150% con la politica di tagliare le tasse, aumentando quindi il debito stesso. Il dollaro ha già perduto un 10% nei confronti di euro e yen e se dovesse proseguire la politica dei dazi allora Giappone, Cina ed Europa potrebbero essere meno propensi a finanziare gli USA che quindi vedrebbero la loro valuta ulteriormente svalutata. Dalla FED non si segnalano al momento grosse vendite dall’estero di T-Bond ed anche le recenti aste a 10 e 30 anni suggeriscono una forte domanda complessiva. Quel che però si è notato è che sono aumentati i titoli USA detenuti da investitori privati anzichè istituzionali , quindi soggetti che non tendono a tenere i titoli fino alla loro scadenza ( per poi rinnovarli) e quindi possono movimentarlo con una maggiore volatilità sui mercati.

Miglior listino di settimana quello di Milano ( + 5.73% e saldo 2025 a + 5.25%)

Dopo una apertura migliore della chiusura precedente si allunga e supera di slancio il punto critico di incrocio della resistenza statica con quella dinamica, arrivando persino oltre i 36mila punti per poi cedere qualcosa e chiudere la settimana corta a 35980 punti. Volumi naturalmente in contrazione visto il lungo ponte festivo pasquale che darà avvio ad una seconda settimana corta. Primo supporto la dinamica a 35330 punti mentre la prima resistenza sarà area 36600 punti e a seguire area 37500 punti.

Situazione similare per il DAX ( + 4.08% e saldo 2025 a + 6.51%)

avrà come primo supporto i 20467 mentre la prima resistenza sarà in area 22mila punti. Il gigante tedesco della difesa Rheinmetall starebbe valutando ed esplorando le possibilità per una joint venture al fine di trasformare uno degli stabilimenti che volkswagen intende dismettere in un impianto per la produzione di mezzi militari.

Situazione leggermente più affaticata per l’indice delle blue chips europee ( + 3.09% e saldo 2025 a + 0.80%)

Non riesce a superare il massimo della scorsa ottava e non riesce ad arrivare al test della rialzista che è una resistenza dinamica e che che per la prossima ottava transiterà sui 5033 punti. Primo supporto i 4833 punti

Il presidente americano ha dichiarato che almeno una settantina di Stati hanno contattato la Casa Bianca per poter trovare accordi ed evitare cosi i dazi imposti lo scorso 2 aprile, e l’amministrazione americana intende usare tali negoziati per poter fare pressione sui partner commerciali per limitare i loro rapporti con la Cina.

Trump vede Pechino come il male assoluto e vorrebbe fare in modo di impedire alle aziende cinesi di stabilire delle sedi in altri paesi al fine di poter aggirare i dazi americani. Trump ritiene di poter isolare commercialmente la Cina e data la loro necessità di esportare, e di farlo in un mercato ricco come quello americano, di poter dettare le regole a suo piacimento anche in barba ai regolamenti del Wto. Il presidente americano è convinto che il suo “ricatto” alla fine sarà premiato, ma se per qualche motivo la Cina non dovesse cedere al ricatto ? consideriamo anche che Pechino ha dichiarato discriminatorie le nuove tasse sulle navi cinesi, costruite in Cina o possedute da cinesi che attraccheranno nei porti USA. E Se Pechino dovesse decidere per fare a meno del mercato USA ? chi perderà di più ?
Il Dow jones ( – 2.66% e saldo 2025 a – 8.00%) si è mosso in maniera decisamente tecnica la scorsa ottava aprendo sulla resistenza dinamica e chiudendo sul supporto statico, anzi poco sotto. Area 39250 punti è ora il primissimo livello di resistenza e successivamente si guarderà alla dinamica che transiterà poco sopra i 40600 punti. Se non verrà subito risuperato il livello dei 39250 allora il primo supporto sarà da cercare sulla rialzista inferiore in area 37980 punti. Benchè abbia perso in percentuale qualcosa di meno il Nasdaq ( – 2.31% e saldo 2025 a – 13.11%) è messo graficamente peggio in quanto ha chiuso ben al di sotto del supporto dei 18400 punti che ora sono quindi il primo livello di resistenza. Primo livello di supporto i lontani 17400. Preciso invece il S&P500 che ha aperto come il DJ in prossimità della resistenza ed ha chiuso poco sopra il supporto dopo averlo testato con precisione assoluta. Essendo due dinamiche per la prossima ottava avremo rispettivamente il supporto a 5241 e resistenza a 5467 punti.

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